2020: il decennio dell’Artificial Intelligence
Il 31 dicembre 2019 si è chiuso il decennio degli anni dieci e siamo entrati nel nuovo decennio. Il secolo sta iniziando a delinearsi come un secolo di cambiamento epocale, disruptive rispetto a tutto quello che fino ad ora è stato chiamato uomo e a tutto quello che è stato chiamato mondo. L’uomo ha completato il proprio dominio sulla natura e inizia a prendere consapevolezza del pericolo che esso stesso rappresenta per l’ecosistema terrestre in generale e per homo sapiens in particolare. La scienza ha studiato e dato come fatto certo che il cambiamento climatico sia provocato dall’azione antropica. L’Artico è quasi completamente perduto, i ghiacciai sono in fase di scioglimento ovunque nel mondo, il livello del mare si sta alzando e, cosa ancora più preoccupante, la temperatura media globale continua ad alzarsi seguendo i livelli di emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
Il decennio concluso
Gli anni dieci hanno visto un consolidamento della società basata sull’informazione. Il World Wide Web ha giocato un ruolo fondamentale nell’evoluzione dei costumi umani e sociali, trainato dall’emergere di alcune tecnologie abilitanti: la banda larga, lo smartphone, i social network e la gig economy.
La banda larga è stata il volano per eccellenza, senza la quale nessuna delle altre tecnologia avrebbero potuto diffondersi: pensiamo solamente a quanti secondi erano necessari per scaricare immagini di grandi dimensioni con il modem 56k o ISDN negli anni ’90. L’ADSL stava già diffondendosi in precedenza ma nel decennio concluso ha raggiunto la quasi totalità della popolazione nei paesi industrializzati, incrementando la velocità con la diffusione della fibra ottica. Inoltre lo sviluppo delle reti mobile, 3G e 4G hanno permesso la connettività in banda larga anche in mobilità, rendendo possibile l’always connected.
L’altra tecnologia abilitante per eccellenza è stata lo smartphone. Abbiamo ancora tutti in mente la presentazione di Steve Jobs in cui presenta il primo iPhone il 9 gennaio 2007. Il prodotto non era ancora pronto e per alcuni anni non ha avuto una grande diffusione. Dal 2010 ha iniziato a battere record di vendite anno su anno, portando il melafonino rivoluzionario nelle mani di 600 milioni persone nel mondo.
Google non è rimasta a guardare e acquista Android per svilupparlo internamente e ne rilascia la release iniziale il 23 settembre 2008 arrivando a contare oltre 2 miliardi di utenti attivi nel 2019.
Gli smartphone rendono possibile quello che è stata la diffusione di massa della digitalizzazione dei consumi. In precedenza il computer era uno strumento essenzialmente per early adopters, per professionisti o per appassionati. Con la diffusione dello smartphone la quasi maggioranza delle persone hanno avuto l’opportunità di essere connesse a Internet e di poter utilizzare un terminale informatico.
Tutto l’ecosistema ha beneficiato di questa opportunità. I siti hanno avuto più traffico, gli e-commerce hanno visto aumentare le vendite, le comunità online hanno aumentato le proprie fila di utenti, la politica ha iniziato a utilizzare lo strumento informatico come strumento di propaganda.
Le comunità online, già presenti in precedenza sotto forma di blog e forum, hanno subito un’evoluzione decisiva partendo dall’esperimento di FriendFeed, passando per MySpace, dedicato quasi esclusivamente alle communities di musicisti e dei loro fan, per esplodere nel social network per eccellenza: Facebook, con tutta la galassia di Instagram, Whatsapp e i competitors minori quali Twitter, LinkedIn, Pinterest, Tumblr, ecc.
I social network hanno reso possibile lo scambio peer to peer delle informazioni, diversi movimenti popolari hanno avuto inizio e hanno potuto darsi un organizzazione grazie ai social network, pensiamo alle primavere arabe, le recenti proteste degli ombrelli ad Hong Kong contro il governo cinese, la brexit, il Movimento 5 Stelle e le sardine in Italia. La politica ha iniziato ad utilizzare i dati dei social network a fini propagandistici. Ricordiamo il primo esperimento che ha permesso a Barak Obama di vincere due volte le elezioni negli Stati Uniti d’America, seguito poi dai movimenti per il referendum sulla Brexit in UK e Donald Trump eletto Presidente degli USA. Queste ultime due campagne elettorali hanno visto come consulenti della fazione vincitrice Cambridge Analitica, dalla quale nasce l’omonimo scandalo per aver raccolto dati all’insaputa degli utenti e per aver manovrato il consenso al fine di manipolare il risultato di libere elezioni.
Anche le aziende hanno utilizzato i social network per attivare una comunicazione diretta con i propri clienti e raggiungere nuovi potenziali utenti, manipolandone in qualche modo il comportamento.
La gig economy è l’economia della condivisione. Non è necessario possedere un bene fisico ma basta poterlo utilizzare per il periodo di tempo necessario alle proprie finalità: in questo modo il costo del bene può essere ammortizzato tra i vari utilizzatori e l’utilizzo delle risorse fisiche e naturali vengono ottimizzate. Questo modello è stato replicato nei più disparati ambiti applicativi. Dalla fruizione di contenuti di intrattenimento: invece di comprare il cd o il dvd si acquista un abbonamento a servizi come Netflix o Spotify, alla condivisione della casa, AirBNB, alla condivisione della macchina, Uber, alla condivisione del servizio di consegna, i cosiddetti riders: JustEat e Deliveroo.
Il nuovo decennio
Il 2020 sta iniziando con alcuni trend chiarissimi che si stanno delineando. La fase di maturità delle tecnologie permetteranno una ridefinizione dei comportamenti quotidiani, che verranno sempre più resi liberi dall’onere dei compiti ripetitivi che potranno essere svolti dalle macchine, rendendo l’uomo libero di dedicarsi alla ricerca della propria natura più profonda e spirituale.
L’intelligenza artificiale, grazie alla potenza di calcolo resa ormai disponibile a basso costo, sarà la tecnologia abilitante che permetterà di sviluppare diverse applicazioni nei più svariati campi.
Il campo biomedicale sarà sicuramente il settore che più beneficerà dell’intelligenza artificiale. L’analisi di varie patologie potrà avvenire in maniera più precoce e più precisa attraverso il machine learning.
Il marketing e il natural language processing (elaborazione del linguaggio naturale), sarà un’altra branca di applicazione dell’AI. Pensiamo ad applicazioni di recommendation systems (suggerimenti di prodotti, servizi, persone compatibili con cui scambiare amicizie) e utilizzo del linguaggio in chatbot, elaborazione del linguaggio da parlato a testo digitale (speech-to-text) e da testo digitale a parlato (text-to-speech), la generazione di immagini, video e audio.
A queste applicazioni si affiancheranno anche l’analisi automatica di immagini, video e audio. L’iPhone è già in grado di sbloccarsi riconoscendo i tratti somatici del viso del proprietario e app come Photo riconosce le persone presenti nelle foto e organizza gli album in modo automatico. Questa tipologia di applicazioni è quella che più di ogni altra potrebbe avere risvolti negativi. Pensiamo alla sorveglianza di massa che governi non democratici potrebbero mettere in atto per controllare il comportamento dei propri cittadini e per punire condotte non conforme ai diktat del governo.
Le interfacce utente verranno completamente ridisegnate. L’interfaccia vocale tramite assistenti sta diventando una realtà in dispositivi per la casa del tipo Alexa o Google Home, ma verrà via via integrata nei più disparati dispositivi. Visori permetteranno di aggiungere livelli artificiali alla visione della realtà rendendo un’esperienza fluida l’Augmented Reality e la Virtual Reality.
Il 5G (connessione ultra veloce in mobilità) e l’IOT (Internet Of Things, Internet delle cose) renderanno sempre più interconnessi gli oggetti di uso comune. Le applicazioni possibili saranno la Smart Home: la casa potenziata dalla domotica permetterà al frigorifero di parlare con il supermercato e ordinare i prodotti terminati o scaduti, l’automazione del riscaldamento e illuminazione, che saranno targettizzati sulle abitudini quotidiane e sui singoli bisogni momentanei, riducendo sprechi ed inefficienze.
Le macchine connesse guideranno da sole e potranno portarci con la massima sicurezza alla destinazione permettendoci di riposare durante il viaggio o di concentrarci in altri task.
La città diventerà un ambiente sempre più Smart. I mezzi pubblici parleranno con la rete permettendo di pianificare in modo più semplice l’itinerario e di suggerirci percorsi alternativi in caso di traffico o imprevisti blocchi del sistema.
La robotica svilupperà una serie di servizi sia in campo industriale, pensiamo a Fabbrica 4.0 o Industry 4.0 che in campo civile, pensiamo a robot che potranno svolgere compiti di accoglienza clienti o accompagnamento degli anziani. I compiti più faticosi non saranno più fatti dall’uomo ma completamente delegati ai robot. Gli esseri umani avranno il compito di progettare, manutenere e controllare il corretto funzionamento della fabbrica.
In campo civile potremmo vedere oltre al robot che accompagna l’anziano a fare la spesa al market vicino casa e porta le borse pesanti, robot che prendono il checkin o il checkout negli alberghi, danno consigli sugli acquisti nei negozi, servono il pranzo al ristorante, consegnano il pacco acquistato su internet.
Quale futuro per l’umanità
L’umanità sarà messa alla prova ancora maggiormente durante il nuovo decennio. Le resistenze al cambiamento saranno sia di tipo politico che di tipo culturale. Modificare il proprio comportamento, gli strumenti di uso quotidiano e le proprie skills richiede sforzo e apertura mentale, e generano senza dubbio un sentimento di stress nelle persone che non sono abituate all’uso della tecnologia.
L’Intelligenza Artificiale, oltre ad avere grandissime opportunità, porta con se grandi rischi. Per poter governare questi rischi bisogna esserne consapevoli e adoperarsi per annullarli o minimizzarli. I rischi possibili oltre al controllo sistematico da parte di governi e corporations, possono essere quelli legati alla strumentalizzazione dei dati per indurre le persone a comportamenti lesivi del libero arbitrio.
L’Unione Europea a partire dall’Aprile 2019 ha iniziato a sviluppare un codice etico per gli sviluppatori, le aziende e i governi che lavorano nel campo dell’AI per rendere la tecnologia umano-centrica e non violare i diritti fondamentali dell’uomo. Le linee guida prevedono:
- Rispetto per la dignità dell’uomo
- Libertà dell’individuo
- Rispetto per la democrazia e per la giustizia
- Eguaglianza e non discriminazione
- Diritti dei cittadini
Il completamento della fase normativa dovrebbe portare a un regolamento ispirato al GDPR al quale le amministrazioni pubbliche e le aziende private dovranno aderire per poter operare con i propri prodotti all’interno della Unione Europea e si auspica che venga preso da ispirazione per altri regolamenti in stati al di fuori della UE.
Sicuramente il processo di cambiamento non si arresterà e tra dieci anni avremo un mondo diverso da quello attuale. Il mio auspicio è che tutte le componenti della totalità umana collaborino in modo armonico per realizzare un mondo migliore, e che la scienza e la tecnica possano esprimere ancora maggiormente il proprio potenziale, ovvero quello di lavorare per il progresso dell'umanità.